ago 18, 2014 Carmelita De Santis Teatri 0
Roma. Un nuovo allestimento dello shakesperiano Molto rumore per nulla, in scena da venerdì al Globe Theatre di Villa Borghese.La programmazione dell’unico teatro elisabettiano in Italia, diretto da Gigi Proietti, continua infatti con una messinscena che vede protagonista un cast familiare per gli spazi del Globe. Spiega la regista, Loredana Scaramella: «Uno dei sapori più dolci del teatro è, per me, nella ripetizione: il medesimo testo, col passare del tempo, ci si mostra cambiato. E’ un’esperienza perturbante guardare con occhi nuovi un oggetto conosciuto poiché lo sguardo si apre su orizzonti più vasti. Ancora più stimolante, poi, l’idea di affrontare questo viaggio con una compagnia nata dagli incontri favoriti in questi anni dalle stagioni del Globe». Un progetto, quello di un gruppo semi-stabile di giovani interpreti, che sta molto a cuore al direttore artistico. Tra questi troviamo, Mimosa Campironi, qui nel ruolo della bella Ero, già Giulietta nel primo titolo proposto dal teatro ligneo di Villa Borghese. Con lei Laura Balbo, Fausto Cabra, Federigo Ceci, Diego Facciotti, Cristiano Caccamo, Jacopo Crovella, Alessandro Federico, Daniele Griggio, Roberto Mantovani, Matteo Milani, Barbara Moselli, Ivan Olivieri, Loredana Piedimonte, Carlo Ragone, Mauro Santopietro e Federico Tolardo. «Molto rumore per nulla – continua la Scaramella, autrice anche di traduzione e adattamento insieme con Mauro Santopietro – è una favola illuminante sul potere della parola, una commedia invasa da una gioia luminosa resa ancora più accecante da una lama d’ombra che per alcuni istanti l’attraversa». È proprio nel titolo, secondo la regista, il senso totale della pièce: «Il significato della storia è racchiuso e nascosto nel “Nothing” apparentemente inoffensivo. Quel Nulla è come un basso continuo contrapposto al suono di troppe parole, alla frenesia che spinge gli uomini ad amare, giocare, desiderare, combattere». Un’agitazione, quella del Molto rumore che la Scaramella trasferisce dall’assolata Messina – ambientazione che il Bardo scelse probabilmente per esotismo e sensualità – in Salento.
CRISI E METAMORFOSI
«Questo testo – conclude – mi appare oggi come una riflessione brillante e ludica sul tema della crisi intesa come tempo della metamorfosi. La questione centrale sembra essere come un ostacolo, una difficoltà, possa trasformarsi in un’occasione di crescita personale e collettiva».
Gli uomini tornano dalla guerra ed invadono lo spazio delle donne. Tra equivoci, inganni, ripicche amorose il disordine anela ad un nuovo ordine. «Shakespeare vuole qui raccontare quello che sta nel mezzo, dopo la guerra e prima della pace, dopo il separato e prima dell’unito. Un inter-regno dominato dalla parola, che si fa ponte tra due mondi, il maschile e il femminile».
Le musiche di Stefano Fresi sono eseguite dal vivo. I costumi sono di Susanna Proietti. Repliche fino al 7 settembre.
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