giu 29, 2008 Andrea Antonio Gallucci Il Partenopeo 0
Basta un lampo del Ninò Torres al 33′ del primo tempo per portare la Spagna sul tetto d’Europa dopo 44 anni di digiuno. Meritato il successo degli iberici, che hanno rischiato poco o niente e hanno più volte sfiorato il raddoppio.
La notizia positiva per la Germania arriva all’annuncio delle formazioni, il capitano Ballack c’è, mentre per la Spagna è Fabregas che sostituisce l’infortunato Villa. La Germania parte forte e convincente, Ballack fa subito vedere che è al 100%. La squadra di Loew fa paura. Al 3′ Ramos commette un errore in area, favorendo Klose, fermato al momento del tiro da Puyol. Sulla fascia sinistra Lahm e Podolski non incontrano ostacoli. Il raddoppio funziona bene. E nelle geometrie si incastra alla perfezione Klose, pericolo costante. La punta fa impazzire Marchena, anche mettendosi al servizio della squadra, come al 9′ quando mette al limite per Hitzlsperger che sfrutta male l’occasione.
La Spagna dà la sensazione di farcela, ma grazie alle sue qualità corregge in corsa i difetti. La prima azione spagnola arriva da Iniesta al 14′ che entra in area e porta Metzelder quasi all’autorete, evitato da Lehmann con un grande intervento. Ora è la Spagna che fa la partita, sfruttando le indecisioni difensive della Germania. Al 23′ Torres va vicino al vantaggio. Sergio Ramos scodella in area una palal per la testa di Torres, elvazione superba, colpo perfetto e palo pieno. Sulla ribattuta arriva Capdevilla che però conclude a lato. Ora la Spagna è padrona del gioco. Al 31′ ci pensa Fabregas ad impegnare Lehmann con un tiro centrale partito dalla distanza.
Al 33′ si infiamma il Prater. Fabregas serve un lancio millimetrico per Torres che si beve Lahm e con un pallonetto magico anticipa Lehamnn in uscita, e gonfia la rete. La Spagna conduce alla grande il match, mentre la Germania è nettamente in bambola. Il raddoppio potrebbe arrivare subito, al 35′ Silva spreca al vento un cross perfetto di Iniesta dalla sinistra.
Il primo a pagare è Lahm. Loew lo sostituisce ad inizio ripresa e al suo posto entra Jansen. L’equilibrio del cambio dura pochi minuti. La Spagna in pochi minuti va più volte vicina alla rete. Prima Xavi, poi Silva e Torres sprecano l’impossibile. La situazione sembra essere ormai già in cassaforte, la Spagna sovrasta la Germania che si rinforza in attacco inserendo Kurani (fuori Hitzlsperger). I Tedeschi non ci stanno e non vogliono perdere l’occasione di vincere il quarto titolo Europeo. A provarci è proprio il capitano, Ballack, con un destro di controbalzo che al 15′ esce di poco alla destra di Casillas. Per gli uomini di Loew è un ottimo segnale.
Il saggio Aragones, per non rischiare, si copre inserendo Xabia Alonso per Fabregas e Cazorla per Silva. La Germania tenta il tutto per tutto ma in difesa continua a commettere errori, prima Lehmann su Sergio Ramos, poi Frings sulla linea su un bolide di Iniesta, chiudono la porta al possibile raddoppio spagolo. La Spagna è quasi vicina alla meta, allora il ct Aragones deciude di togliere il “Man of the Match” Torres per il giovane e fresco Guiza. E’ proprio Guiza a sfiorare il gol, ma il suo colpo di testa è fuori misura con Marcos Senna che non arriva per questione di centimetri alla deviazione vincente sul secondo palo. La Germania non riesce ad abbozzare nemmeno un tentativo di forcing finale e fino al triplice fischio di Rosetti è solo sinfonia spagnola: possesso palla e giocate di fino, mentre sugli spalti si sentono degli “olè” urlati a squarciagola. La Spagna arriva al fischio finale senza affanni. Poi la “fiesta”, attesa per 44 anni può cominciare.
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