giu 27, 2008 Andrea Antonio Gallucci Il Partenopeo 0
E’ una Spagna veramente forte e la Russia affonda sotto la pioggia di Vienna e i gol di Xavi, Güiza e Silva, fanno svanire i sogni sovietici. I tifosi spagnoli cantano “Viva la España”, l’Ernst Happel di Vienna si trasforma in una corrida. La Spagna che ha fatto fuori gli azzurri ai quarti, prima addomestica la Russia, poi, nel secondo tempo, la travolge con una prestazione straordinaria. La squadra messa in campo da Aragones è perfetta, la chiave della partita porta il nome di Cesc Fabregas: il genietto dell’Arsenal entra al posto di Villa (uscito per infortunio) dopo 35′ e mette a disposizione della squadra tutta la sua classe.
Il saggio Aragones contro l’intraprendente Hiddink. L’anziano Luis non cambia formazione, in campo schiera sempre il 4-4-2 massiccio e veloce, formazione, come la definiscono in Spagna, “tergicristallo”, che spazza tutto. Hiddink sarà pure mercenario, ma quando ci mette mano fa grandi miracoli. Rispetto alle previsioni della vigilia si affida a Saenko, preferito a Bilyaletdinov. Schierato al fianco di Arshavin, figliol prodigo con la madre Russia ai suoi piedi. La Spagna attacca e pressa e gli uomini di Hiddink non riescono a fare il loro gioco. Al 6′ Torres si gira bene in area e impegna Akinfeev che non trattiene. All’11 Villa con un bolide da fuori area brucia le mani al portiere russo, ben reattivo sul suo palo. Hiddink inizia a riordinare la squarda, a quanto pare qualcosa non va. Pavlyuchenko scuote i compagni al 16′ con una punizione dal limite di poco alta, ma ben calciata.
La Russia in campo non è quella che ha mandato a casa la favorita l’Olanda, la formazione di Hiddink non apre varchi e serra i ranghi. Prevale l’intelligenza tattica di Zhirkov, terzino con libertà di spingere sulla fascia e rilanciare l’azione. La Spagna limita il suo raggio d’azione e a volte rischia. Al 31′ Pavlychenko fa gridare al gol; il suo destro a giro sibila alla sinistra di Casillas, che sfiora. Al 34′ la Spagna perde Villa per infortunio (lesione al bicipite femorale della coscia destra, improbabile un recupero per la finale). E’ il momento di Fabregas che va a posizionarsi alle spalle di Torres e regala qualità. A Vienna Piove a dirotto, il campo è pesantissimo e le gambe cominciano a risentirne, ma non per questo le occasioni non mancano. Al 35′ Pavlyuchenko stoppa di petto a due passi da Casillas, ma al momento del tiro subisce il ritorno di Puyol. La risposta è di Torres. “El Niño” regala emozioni: una finta e un sinistro in area che Akinfeev neutralizza. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.
Ad inizio ripresa al Spagna parte subito forte, e al 5′ trova il goal del vantaggio. Iniesta irrompe sulla sinistra e mette dentro la palla perfetta per Xavi: zampata imparabile. Tra il pubblico di Vienna c’è anche la principessa Leticia, che accoglie il gol quasi con sorpresa. La Spagna, però, dimostra di meritare ampiamente il vantaggio e si lancia in avanti in cerca del raddoppio. La Russia non ci sta prova a scatenare il suo passo irresistibile, ma apre varchi alla Spagna che manca il 2-0 con Torres dopo un sublime lavoro in coppia di Silva e Fabregas. La squadra di Hiddink paga l’inesperienza in campo internazionale e viene spazzata via da una Spagna veramente in forma. Inutili le forze fresche Bilyaletdinov e Sichev (fuori Semshov e Saenko): è la Spagna a comandare il gioco e fallire gol, approfittando di una Russia molle e spaventata. Con Güiza e Xabi Alonso (escono Torres e Xavi) le furie rosse acquistano ossigeno e potenza. Fondamentale l’ingresso di Cesc Fàbregas, schierato in un centrocampo a cinque. Dopo un’eccellente chiusura difensiva di Yuri Zhirkov su Torres, ci provano Fàbregas e Xabi Alonso, ma la palla viene sempre deviata in angolo. Il secondo gol è opera dell’altro subentrato Güiza, che raccoglie un perfetto assist di Fàbregas e batte Akinfeev di giustezza. Qualche minuto dopo, Fabregas è di nuovo uomo assist e serve Silva, che sigla la rete del definitivo 3-0. Ora non resta che aspettare la Germania.
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