nov 17, 2012 Luigi Liberti Home Page, Sport 24 0
Roma. Dici rugby e pensi ad un uomo grande e grosso con barba e capelli lunghi. Lui è Martin Castrogiovanni, italo-argentino ed icona del rugby italiano. Un personaggio unico, diverso dai divi del Calcio: loro sono trainati dallo sport che praticano, lui traina il suo sport. A Roma, nella settimana che ha preceduto il test match tra Italia e Nuova Zelanda, è stato l’uomo copertina superando tutti per popolarità. Anche i mitici All Blacks.
«Gli All Blacks sono i più forti. Noi ci proveremo, poiché non si entra mai in campo per perdere, ma con quelli la vedo molto dura».
Si taglierebbe barba e capelli in cambio di una vittoria con gli All Blacks?
«Assolutamente No! L’ultima volta che ho scommesso mi sono ritrovato rasato. Facciamo così: se battiamo gli All Blacks mi impegno a stare un mese senza mangiare».
A proposito di mangiare: cosa le piace cucinare nei suoi ristoranti in Inghilterra?
«Sono il re dell’asado, e da quando ho scoperto di essere celiaco mi sono specializzato in torte. Però non amo fare il cuoco, troppa fatica. La ristorazione la vedo solo come un business».
Ci vuole veramente una grande passione per rompersi qualche costola e poi giocare appena un mese dopo.
«Il Rugby è la mia vita. Per il recupero lampo tra l’infortunio con l’Inghilterra e la partita con la Scozia, devo ringraziare lo staff. Io mi sono limitato a sopportare un po’ il dolore. Insomma, bisogna volerlo».
Lei è appassionato di Calcio, ma pratica uno sport completamente diverso. Che mix farebbe tra i due sport?
«Doterei Il calcio di stadi senza barriere e passerei i contratti dei calciatori a noi del rugby…».
Solo questo?
« Pensandoci, userei nel calcio alcune regole nostre, quelle inerenti alle proteste e alle simulazioni: da noi appena apri bocca ti prendi 10 metri di penalizzazione, meglio star zitti. E poi abbiamo il Tmo, il replay. Funziona, non so se funzionerebbe anche nel calcio, di sicuro ci sarebbero meno polemiche».
Ma lei per chi fa il tifo?
«Dal mio sorriso, si dovrebbe capire che sono interista: battere la Juve a Torino è il massimo. Stramaccioni è bravo, a Torino ha fatto scelte difficili e ha vinto, però Mourinho è il numero 1. Mi piacerebbe essere allenato da lui: tutti i suoi giocatori lo amano, vorrei scoprire il suo segreto».
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