feb 21, 2014 Alessandro Pagano Sport 24, Sport USA 0
Roma. Era il 29 Gennaio, poco meno di un mese fa. Era all’American Airlines Arena di South Beach, Miami, Florida dove Kevin Durant allungava idealmente le mani sul titolo di Most Valuable Player, più comunemente chiamato MVP. 33 punti per il nativo di Washington che tirò con più del 50% dal campo e realizzò 33 punti, uno più bello dell’altra a casa del Re, alternandosi in un duello epico fatto di botta e risposta continuo. LeBron ne mise a segno uno in più di punto (34) ma le mura del TripleA scricchiolarono quando alla sirena finale il punteggio recitava 112-95 OKC. Ma questo sport è il più bello del mondo perché, in un modo o nell’altro, ti darà sempre la possibilità di riconfrontarti, di rifarti, di vendicarti, nel senso più sportivo del termine. Ed è questa la notte del riscatto per i Miami Heat. Alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City si affrontano i migliori della Western Conference (43-13) ed i secondi nella Eastern Conference (39-14). Non proprio il vostro normale 56esimo di regular season. Nella già citata partita di gennaio mancava Russell Westbrook, pedina fondamentale dello scacchiere di coach Brooks. Stanotte è davvero la notte delle notti perché in campo ritorna anche il prodotto di UCLA. Nel caso in cui non lo abbiano notato al palazzo, lui si fa vedere subito: scippa Chalmers, perfeziona il recupero Ibaka che lo manda in solitaria a schiacciare in campo aperto tra il delirio di un’arena gremita. La partenza sorride a OKC che schiacciano il 4-0 con Ibaka. Ma c’è un ospite che quella sera di gennaio se la ricorda molto bene. Dopo il 4-0 LeBron James infila 10 punti consecutivi in poco più di 2 minuti di gioco portando Miami sul +6. Canestri di ogni genere: in fadeaway, dalla media, spalle a canestro e con l’alley-oop dell’amico ‘Rio. Qualche problema in difesa soprattutto per Wade che, però, si dimostra un vero ghepardo in attacco. Le palle perse da OKC e i contropiedi che ne scaturiscono sono la chiave del vantaggio Heat che tocca il +10 dopo appena 6’ di gioco. Wade con una finta di passaggio pazzesca su KD si regala altri due comodi al ferro. Il tiro dal gomito di Bosh sigilla il +14 quando ci sono da giocare ancora 5:44 del primo quarto. A fine primo periodo il gap è di 17 punti (34-17). Il secondo quarto inizia con la consueta velocità di esecuzione Heat e con dei pessimi rientri difensivi in casa Thunder. Risultato: rimbalzo di Allen, lancio baseball per Wade che schiaccia a canestro il 45-26 Heat. Il primo vero, grande sussulto di serata arriva ovviamente dal padrone di casa, KD che ruba e va a schiacciare sulla testa di James. Le rimonte Thunder sono ormai un classico in NBA ed è Westbrook col solito coast-to-coast a regalare a OKC lo svantaggio sotto la doppia cifra. Si va infatti negli spogliatoi col punteggio di 54-47 (20-30 nel quarto). A inizio quarto OKC perde per un problema all’inguine Perkins dopo un duro blocco con conseguente contatto con Shane Battier. Ma si ritorna ai lampi di James che ruba e va a depositare altri due punti fin troppo comodi. Di nuovo +15 Heat. Spoelstra decide che è quello il momento di azzannare la partita e alza il ritmo difensivo. Le rubate prima di LeBron e poi di Wade, che finalizza con un pregiato reverse lay-up, danno a Miami un vantaggio di 19 punti. Mancava un solo tipo di realizzazione a LeBron oltre a quelli elencati prima: il tiro da 3. Arriva a 5’ dal termine del terzo periodo e gli Heat conducono 75-53. Anche Bosh porta il suo tassello con il tiro dalla lunga distanza. I buoi sembrano ormai scappati dalle stalle e la frustrazione di coach Brooks e dei suoi ragazzi è evidente.
Evidente come il fallo di Ibaka che non evita la schiacciata di LeBron ma lascia a terra il nativo di Akron, il quale perde vistosamente sangue dal naso e non potrà rientrare. Spoelstra nel post partita rassicura tutti dicendo che al momento si tratta solo di forte dolore e gonfiore ma le condizioni sono buone. È Game, Set & Match. I campioni in carica corsari ad Oklahoma City, battendo i Thunder col punteggio di 103-81 con un LeBron da 33 punti, 15/22 dal campo, con 7 rimbalzi, 3 assist ma anche 8 palle perse. Eccellenti anche Wade e Bosh che chiudono entrambi con 24 punti (Wade sfiora la tripla doppia con 10 assist e 7 rimbalzi). I Big Three, sarà un caso, totalizzano la bellezza di 81 punti, gli stessi messi a referto dagli Oklahoma City Thunder, ai quali non basta un Durant da 28 e 8 rimbalzi e nemmeno un buon Westbrook che ne segna subito 16 in poco meno di 24’ di gioco. La corsa al miglior record NBA torna ad essere entusiasmante, così come quella al titolo di Most Valuable Player.
Nato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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