set 07, 2022 Luigi Liberti FIFA - UEFA 0
Napoli. Il Napoli non si accontenta di vincere contro il Liverpool, in fondo lo aveva già fatto altre due volte. Ma questa passerà alla storia. Non c’è partita sin che partita c’è. Una lezione di calcio. Gli azzurri dominano la scena con il ritmo, l’intensità feroce e la qualità degli interpreti. Un a notte memorabile, che può cambiare la stagione e di sicuro regala una nuova consapevolezza a un gruppo rinnovato sul mercato.Funziona tutto a meraviglia. Canta Napoli, oltre il sorriso sofferto di Spalletti in panchina e quello carico di nostalgia di Mertens, venuto al Maradona a tifare i compagni. Il Napoli è perfetto: lucido, aggressivo, verticale. C’è gloria persino per il discusso Meret, che chiude con quattro parate vere. Ma i giganti sono altri. Anguissa è il dominatore del centrocampo, Kvaratskhelia è portentoso sulla fascia, Zielinski implacabile tra le linee. Il Liverpool, che solo 100 giorni fa ha giocato e perso la finale di Champions con il Real Madrid, è travolto, annichilito, messo in croce dagli azzurri padroni del campo e della notte. Il Maradona è un turbinio di emozioni che scuotono l’anima: la musichetta della Champions, la coreografia con le lucine, il tifo indiavolato. E la squadra fa sua la passione e la trasforma in energia: il palo (esterno) di Osimhen dopo meno di un minuto, il rigore di Zielinski dopo appena cinque. Il Liverpool non sa che pesci prendere. Gli spallettiani giganteggiano. Lobotka dà una lezione al compassato Fabinho, Anguissa cattura mille palloni e Kvaratskhelia mette in croce Alexander Arnold.Il primo tempo è un festival azzurro: Zielinski trasforma con freddezza il rigore fischiato per una mano galeotta di Milner, Osimhen ne sbaglia un altro da lui stesso conquistato e assegnato dopo una corsa alla Var dell’arbitro spagnolo Del Cerro Grande. L’errore non spegne l’effetto stadio. E il Napoli con forza e maturità continua a fare la partita. Il Liverpool prova con qualche azione manovrata, sfruttando le fasce. La difesa però tiene e Meret non si fa sorprendere dalla punizione di Alexander-Arnold, dal tiro secco ma centrale di Salah e neppure dall’incornata di Van Dijk (nella ripresa la parata più difficile sui Luis Diaz). Dietro però i rossi sprofondano: Van Dijk salva il tiro a colpo sicuro del furetto georgiano, ma Alisson si arrende altre due volte nell’ultimo quarto d’ora prima dell’intervallo, colpito da Anguissa e dal primo pallone toccato da Simeone, un regalo di Kvaratshelia.E la festa continua nel secondo tempo. Klopp prova invano a metterci una pezza sostituendo lo stralunato Gomez con Matip. Ma il Napoli segna subito, ancora con Zielinski. La risposta di Luiz Diaz, l’ultimo a arrendersi, arriva nel giro di due minuti. Ma è tardi. I Reds ci provano ma senza convinzione. Il Napoli controlla, vince e festeggia. Una notte da Champions, una notte da re.
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