set 02, 2018 Luigi Liberti Formula Magazine, Motori 0
Monza. La Formula 1 è uno sport individuale, o di squadra? Bisogna lasciare libertà, o imporre ordini di Scuderia? Dilemmi, questi, non di facile risposta e che in questa stagione più che mai danno vita a lunghi dibattiti. Al Gp d’Italia la Ferrari parte in prima fila con entrambe le monoposto, e parte anche bene. Ma già alle prime curve, Raikkonen e Vettel hanno aperto la strada a Hamilton, che non ci ha pensato due volte e si è infilato nell’unico pertugio che ci fosse. O forse no. Perché Vettel alla fine lo ha toccato, finendo in testa coda e ricominciando la gara dalla 18ma posizione. Per Nico Rosberg, ex campione del mondo, quella del tedesco è stata una mossa azzardata, per Vettel a esagerare è stato Hamilton. Il team principal, Maurizio Arrivabene ostenta sicurezza sulla scelta della propria scuderia di non fare gioco di squadra. «Comunque la fai la sbagli, ho sentito quello che diceva Nico (Rosberg, ndr), ma oggi non era in pista, non so se gli avrebbe fatto piacere subire degli ordini di squadra. Noi assumiamo dei piloti e non dei maggiordomi. Ritengo molto pericoloso dare ordini di squadra in partenza, al massimo li dai nel corso della gara. Mancano sette gare, non si molla un centimetro e si guarda avanti. Sarebbe stato bello regalare un sorriso a tutti i tifosi, dobbiamo ringraziare il pubblico per averci spinto».
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