mag 30, 2013 Salvatore Malfitano Home Page, Sport 24, Sport USA 0
Roma. La palla adesso passa a Indiana, Miami il suo l’ha fatto anche la scorsa notte. Non ci si lasci ingannare dal vantaggio piuttosto netto: è il risultato di una somma di demeriti dei Pacers e non di certo merito dei floridians. Il solito LeBron in formato famiglia si carica il peso di una squadra senza idee, quasi orba del talento che l’ha incoronata nella passata stagione. La cifra significativa è la somma dei punti messi a referto da Wade, Bosh e Chalmers (10+7+12 = 29), inferiore a quelli siglati dal solo James (30). Indiana ha pagato la serataccia di Stephenson da 3 punti e 4 rimbalzi (per poi uscire per falli) e una generale imprecisione nell’ultimo metro e mezzo di campo, dove Hibbert stavolta non ha spadroneggiato come al solito, raccattando solo 6 rimbalzi. Ottima la gara di Paul George (27 punti), anche se molte delle palle perse dei Pacers sono partite dalle sue mani. Coach Vogel dovrà lavorare ad un attacco che manca di organizzazione e precise spaziature; qualche sprazzo di schema di gioco si è visto solo alle uscite da time-out e West o George sono stati più di una volta costretti a inventare veri e propri canestri, o magari ci pensava Hibbert a trovare l’extrapossesso che spesso e volentieri vale punti fondamentali. Gli Heat, che per la maggioranza stanno attraversando un momento di scarsa riconoscibilità, hanno trovato in Haslem il vero e proprio protagonista che non ti aspetti. Al di là dei 16 punti, la navigata ala ha cambiato la partita trovando canestri che non appartengono propriamente al suo repertorio, con una frequenza straordinaria che ha spaccato in due la partita; spesso le penetrazioni cominciate da LeBron sul pick&roll con Chalmers o Allen (rarissimamente con Andersen, poco duttile al livello tattico) si sono concluse con lo scarico su Haslem che senza indugi ha trovato il canestro praticamente sempre (8-9 dal campo). Menzione meritano anche alcune avventate decisioni arbitrali, che hanno lasciato molto a desiderare, come ad esempio la scelta di non espellere Andersen dopo la spinta a Hansbrough dopo il flagrant commesso da “Birdman” e quella rimessa nel quarto quarto che nettamente andrebbe assegnata a Indiana perchè l’ultimo tocco è del Prescelto, e che invece data a Miami le frutta 3 punti grazie alla tripla di Allen. Nel primo tempo i Pacers si tengono sempre in vantaggio, rientrando nello spogliatoio sopra solo di tre lunghezze, poi nel secondo si sveglia LeBron, mentre Haslem e Cole diventano i protagonisti che non ti aspetti. La doppia cifra di vantaggio per gli Heat si solidifica dopo soli 6′ dall’inizio del terzo periodo e tale rimarrà per tutta la partita. Da Miami è tutto, parola ad Indiana.
happy wheelsNato a Napoli, il 23/6/1994. Ex calciatore, attualmente redattore NBA per partenopress.com e basketinside.com; inviato sul Napoli per Il Roma. Studente di giurisprudenza all'Università Federico II di Napoli.
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