ott 15, 2013 Alessandro Pagano Sport 24 0
Tante le parole rilasciate a Dimitri Kontos, addetto stampa di Eurobasket 2013. Il playmaker della Pallacanestro Reggiana ha aperto il cuore davanti ai microfoni e si è lasciato andare ai commenti su quasi tutte le dimensioni della competizioni, su tutte le conseguenze e su come lui ha vissuto questa importante esperienza. Riporteremo qui dei piccoli estratti dell’intervista fatta al playmaker della nazionale italiana e pubblicata sul sito ufficiale del campionato europeo 2013.
“Raggiungere i quarti di finale e finire ottavo ti lascia ovviamente con il gusto più amaro che si possa immaginare” ha detto Cinciarini ai microfoni di Dimitri Kontos. “Perdere le semifinali perché hai giocato con i finalisti [Lituania] e perdere la Coppa del Mondo in questo modo è difficile da accettare. È finito nel peggiore dei modi” chiude con amarezza il play della Reggiana. Non solo sconforto individuale ma anche parole sul gruppo che, come sottolinea egli stesso, ha sudato per arrivare qui: “Abbiamo iniziato il training camp il 21 luglio, abbiamo lavorato intensamente per 60 giorni e finire con questo senso di sconfitta, brucia davvero. Brucia davvero dentro. Mi dispiace perché abbiamo dato tutto e ci abbiamo davvero creduto. Credevamo che potevamo arrivare fino alle semifinali o almeno finire un gradino sopra, nella top 7. Ma, d’altra parte, bisogna accettare la sconfitta e ho voglio congratularmi con i miei compagni di squadra”. Cincia parla anche del duro sforzo fisico al quale è stato sottoposto il corpo di ogni giocatore: “Abbiamo giocato 11 partite in 17 giorni e abbiamo giocato le ultime 3 gare entro 48 ore, che è davvero tanto, ma la nostra pressione difensiva è stata quasi la stessa fino alla fine. Abbiamo dato il 200%, anche quando si è così stanchi è necessario lasciare sul campo tutto quello che hai”. Alla domanda su cosa resta di questa esperienza il nostro play ha risposto così: “Il lavoro quotidiano, il nostro cuore, il nostro carattere è realmente venuto fuori. Dobbiamo accettare il verdetto del campo e vedere il lato positivo, perché due anni fa siamo usciti al primo turno. Eravamo chiamati a rappresentare la nostra nazione, devi lasciare il tuo cuore là fuori e dare tutto perché si sta giocando per tutta l’Italia”.
Sono arrivate anche le parole del coach dell’Italia, uno dei più criticati alla fine della competizione: “Questi ragazzi hanno davvero fatto moltissimo, hanno davvero giocato per l’Italia”. Ritorna anche sull’importanza di costruire un vero e proprio nucleo italiano: “In tutto questo, ciò che è importante per me è stato non perdere quello che avevamo costruito la scorsa estate. Abbiamo un gruppo di giocatori che ora aspettano di lavorare con tutto il gruppo. Sono orgogliosi di far parte della squadra nazionale. Lo spirito è quello giusto: c’è il desiderio da parte dei giocatori di giocare per la nazionale, di riunirsi e di collaborare come gruppo, il che è molto positivo. Posso solo elogiare i miei giocatori per il loro impegno, la loro disponibilità di adattarsi (esempio: Gigi Datome, che nasce come ala piccola, ha giocato l’intero torneo da 4 mentre il giovane Nicolò Melli è spostato nella posizione di centro, NdR) e la loro fiducia in questo sistema. Una squadra che è più atletica, che ha un roster più profondo, che recupera più velocemente dalla fatica ha di certo più chance di vincere in competizioni come queste. Quando dico roster più profondo, non mi riferisco al fatto che non ho abbastanza giocatori che possono giocare bene, ma mi riferisco a giocatori che possono giocare nelle stesse posizioni. Considerando che siamo stati la squadra meno attrezzata, in termini di esperienza e di giocatori di ruolo tra i primi otto posti, finire questo EuroBasket con più vittorie che sconfitte è un successo, anche se una vittoria più sarebbe cambiato tutto.
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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