feb 14, 2014 Redazione Il Partenopeo, Sport 24, Video 0
Roma. «Non sono un evasore, voglio giustizia»: Diego Maradona lo ripete all’infinito. La storia con il fisco italiano per il quale l’argentino ha un debito di circa 40 milioni di euro (6 milioni per la presunta evasione fiscale, circa 34 di interessi maturati negli anni) è la sua battaglia, lo ha ribadito anche oggi, nella sede di Roma del Parlamento europeo durante la conferenza stampa nella quale sono state illustrate le due interrogazioni presentate dagli eurodeputati Enzo Rivellini e Pablo Zalba Bidegain e l’esposto al mediatore europeo. «Tra sei settimane chiariremo questa storia – le parole di Rivellini – L’11 febbraio abbiamo depositato le due interrogazioni e l’esposto, che è stata accettata. Tra sei settimane ci sarà la risposta».
«Sono una persona onesta – le parole di Maradona, che arriva nella sede romana del parlamento europeo qualche minuto prima delle 14.30 – Non sono un evasore, voglio venire in Italia tranquillamente, non essere perseguitato. Io non ho niente da nascondere. Non ce li ho 40 milioni, non li ho neanche guadagnati. Voglio giustizia, so che un giorno arriverà. Voglio essere libero di andare a Napoli a vedere le partite, a incontrare gli amici. Io sono venuto a Napoli per giocare al calcio, dei contratti se ne occupavano Ferlaino e Coppola. Loro ora possono girare tranquillamente mentre a me, che ho segnato più di 100 gol col Napoli mi tolgono gli orecchini o l’orologio. Un tavolo con il fisco? Se ne parlerà…se si deve pagare o non si deve pagare, quelli che non vogliono fare un tavolo sono quelli che abbiamo contro – dice – Se mi chiamano prendo l’aereo e vengo a parlare».
L’emozione per il suo ritorno al San Paolo mercoledì sera in occasione della semifinale di ritorno di coppa Italia con la Roma è ancora vivo, il pibe ambasciatore del Napoli nel mondo come proposto da De Laurentiis? «Prima devo risolvere la questione col fisco, poi ne possiamo parlare», dice l’ex `pibe de oro´ sottolineando il suo profondo legame con Napoli. «Se voglio allenare il Napoli? Non vengo in Italia a cercare lavoro, la giustizia è più importante». E sul Napoli dice: «Benitez è un grande allenatore. Lo scudetto? La Juve è troppo lontana. È una squadra che può arrivare allo scudetto ma le manca sempre qualcosa. Deve avere una rosa più lunga perché oggi si gioca mercoledì, sabato, venerdì, domenica. Con una rosa più ampia potrà lottare su tutti i campi».
Nella sua “battaglia” con il fisco Maradona ha al suo fianco l’avvocato napoletano Angelo Pisani che stringe tra le mani le carte che dimostrano l’estraneità di Maradona e la bozza di un libro con tutta la vicenda («che andremo a presentare in giro per il mondo»). «Le tasse vanno pagate ma il fisco deve rispettare i cittadini – spiega Pisani – Non c’è mai stata la presunta evasione fiscale tanto è vero che i giudici penali e tribunali dal 1992 hanno escluso qualsiasi violazione. Inoltre – aggiunge – ci sono una sentenza penale del tribunale di Napoli del 1991 e una sentenza della Commissione Regionale Tributaria della Campania del 1992 che assolve Ferlaino, Careca, Alemao e si estende anche a Maradona. Inoltre, c’è il condono fiscale a cui il curatore fallimentare del Napoli decise di aderire nelle more della definizione dei debiti del club azzurro al momento del fallimento». Pisani sottolinea inoltre che Maradona «è disposto a versare il 50% della presunta evasione, sei milioni di euro, per l’errore processuale. Se c’è un errore sottolinea – siamo disposti a pagare, ma devono provarcelo. Esistono due sentenze che dicono che la violazione è nulla. Deve essere chiarito dall’Agenzia delle entrate che si tratta solo di un errore processuale e non perché è un evasore».
Secondo alcuni calcoli, con la “sanatoria” degli interessi – che prevede però un pagamento cash entro il 28 febbraio – il debito potrebbe scendere attorno ai 10 milioni. Entro circa un mese e mezzo il parlamento europeo si pronuncerà: «In Europa tutti i cittadini sono uguali – sottolinea Rivellini – e Maradona non è stato trattato alla stessa maniera di tutti i cittadini. La legislazione tributaria è di competenza esclusiva dello stato Nazionale, ma l’imposizione amministrativa deve rispondere a regole europee e ai diritti fondamentali quali giusto processo, contraddittorio e consulto delle parti. Tutto ciò non è avvenuto. Maradona ha cambiato il calcio, cambierà il Fisco italiano con la sua battaglia», ha concluso.
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