giu 04, 2013 Alessandro Pagano Sport 24, Sport USA 0
Se è vero che due poli del verso opposto si attraggono, allora queste Finals 2013 hanno un che di logico. Si affronteranno due squadre che sono cestisticamente parlando opposte, che aderiscono a due correnti di pensiero completamente opposte, in tutti i sensi. Dal roster, all’approccio alle gare, dalla filosofia di gioco, alle mentalità dei due allenatori, passando per le loro superstar. Insomma, una serie finale che decreterà e sancirà molti primati a discapito di altri. Partiamo dallo stile delle due franchigie: da una parte ci sono i Miami Heat, guidati dall’alto dalla leggenda Pat Riley, prima allenatore e poi GM della squadra della Florida. Per certi versi dobbiamo a lui l’invenzione del millennio dei “Big Three” in quanto, dopo l’esperimento tentato e riuscito di Boston, ha elevato questo concetto ai massimi livelli, vincendo il titolo lo scorso anno. Se da una parte abbiamo un front office affidato ad un personaggi di spicco come Riley, dall’altra parte abbiamo un vero e proprio sistema, sempre in funzione, mai fuori posto, sempre ligio al dovere e sempre legato a quella mentalità vincente che, per forza di cose, si collega all’uomo simbolo della franchigia: Greg Popovich. Da qui passiamo al secondo confronto, ovvero sia quello dei coach. Da una parte abbiamo Erik Spoelstra, allenatore di origini filippine, da anni alla corte di Riley. Uno che ha ne ha viste tante, uno che ha fatto la gavetta e che ha seguito un iter “pulito” per arrivare lì dov’è. Si cambia libro quando, invece, parliamo di coach Pop, uno che non ha bisogno di spiegazioni, gli basta mostrare il numero di anelli che ha sulla mano. Dal piano tattico passiamo al piano prettamente legato al campo, al parquet, riferendoci ai due roster: sicuramente sono le squadre più complete, una spanna sopra le altre, sia in termini atletici che in termini di IQ cestistico (1-1 sotto questi punti di vista). Da un lato abbiamo lo strapotere di uno dei giocatori più dominanti mai visti dal Gioco, la forza di un androide che spazza via gli avversari senza nemmeno chiedere i diritti, dall’altro lato abbiamo chi riesce ad imporsi con la forza dell’esperienza, con la forza di un sistema rodato e sempre, sempre, sempre efficace. In poche parole, è un Tim Duncan vs LeBron James. I due si ritrovano in un contesto del genere dopo quella finale in cui Cleveland fu spazzata via 4-0 dagli Spurs. Dopo quella partita che sancì il netto predominio nero-argento, scattò qualcosa nel rapporto tra i due, perché anche il raffinato psicologo da Wake Forest si rese conto che LBJ era destinato a dividere la NBA in due. Quella forma di “Mutual Respect” che contraddistingue i grandi campioni, fuori e dentro il rettangolo di gioco, che ci fa amare alla pazzia questo meraviglioso sport è incarnato alla perfeziona dai due BIG delle finaliste. Il filo conduttore che unisce le due squadre sono le 12W con le quali sono approdate a queste Finals, con la differenza che Miami ha perso 4 partite (3 con Indiana in finale di conference e 1 con i Bulls), mentre gli Spurs sono caduti solo sotto i colpi di Stephen Curry (2), per il resto sono stati 2 sweep semplici rifilati ai Lakers e in finale ai Grizzlies. Insomma, The Big Collision è qui, pronta a stupire tutti gli appassionati del basket a stelle e strisce. Non aspettiamo altro che metterci comodi davanti alla tv e scegliere da che parte stare. Si iniziarà il 6 giugno in quel di South Beach di Miami ed è previsto il tutto esaurito alla “White Hot Arena”. Che lo spettacolo abbia inizio!
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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