mag 05, 2013 Alessandro Pagano Sport 24, Sport USA 0
Federico Buffa suole dire “Se non vi piacciono i Playoff non voglio proprio conoscervi!”. E come dar torto all’avvocato! Il primo turno, o round che dir si voglia, di questi Playoff si è rivelato già di una bellezza quasi stordente. Ma andiamo con calma per analizzare serie dopo serie.
MIAMI HEAT vs MILWAUKEE BUCKS: nonostante Brandon Jennings abbia caricato l’ambiente alla vigilia dell’inizio della serie più scontata del primo turno, dicendo che i Bucks avrebbero battutto Miami, le cose non sono andato come pronosticava l’ex guardia della Virtus Roma. Lo “sweep” (termine in slang americano che vuol dire “pulito” come un secco 4-0) è stato servito senza troppi patemi. LeBron James ha dominato per 4 gare consecutive, senza aver nessun degno avversario che potesse fermarlo, bloccarlo o solo placare la sua furia. La prima e l’ultima partita sono state le migliori per LBJ, mentre nelle altre due il premio di MVP se lo sono spartiti Wade (G2) e Ray Allen (G3). Ellis e Jennings gli ultimi a morire in casa Bucks ma Miami si è dimostrata superiore dal primo minuto giocato fino all’ultima sirena suonata al BMO Harris Bradley Center nel Wisconsin. 4-0 comodo, pronosticato e arrivato. I Miami Heat approdano alla semifinali e hanno anche qualche giorno in più per riposare.
NEW YORK KNICKS vs BOSTON CELTICS: sicuramente più viva, più intensa ma anche questa con un finale prevedibile e per certi versi preventivato. Le prime due partite, quelle giocate al MSG, non hanno particolarmente esaltato, anche alla luce di prestazioni offensive un po’ opache (78-85 e 71-87 i punteggi delle due gare, decisamente bassi). L’età media più alta è stata un fattore in negativo per i bianco-verdi di Doc Rivers che, volente o nolente, si sono dovuti arrendere davanti alla furia offensiva del figlio della Grande Mela, Carmelo Anthony, autore di una serie pazzesca. Ne piazza 36 nella prima gara (36 su 85, quasi il 50% dei punti della squadra) e 34 in gara 2, con un terzo quarto letteralmente da urlo. Il turning point della serie è al TD Garden di Boston dove tutti si aspettavano la riscossa dei Celtics che, invece, cadono sotto i colpi di Melo, Felton e Shumpert. Ancora pochissimo in attacco per i 17 volte campioni NBA che in Jeff Green trovano l’ultima speranza d’attacco. Ma nulla, anche gara 3 va ai Knicks. Si resta a Boston dove NY ha il primo match point che però fallisce grazie ad un’emozionante gara finita all’OT e vinta grazie ad un The Captain & The Truth d’annata. 29 e 6 assist per lui, dominando il tempo supplementare. Si torna a NYC e i Knicks sono sicuri che la serie si concluda qui. Ma se c’è una squadra con orgoglio, quella è Boston! Arriva una vittoria pazzesca, contro ogni pronostico! La serie resta aperta: 3-2! La fine, però, arriva con il “controcolpaccio” dei Knickerbockers al TD Garden di Boston con un Melo sugli scudi (21). Finisce 4-2 una serie partita in sordina ma che è andata increscendo durante il corso delle gare. Passano i Knicks.
INDIANA PACERS vs ATLANTA HAWKS: è lineare, invece, la serie tra gli uomini di coach Vogel e quelli di coach Budenholzer, ma ad avere la meglio alla fine sono i giallu-blu da Indianapolis. Le prime due gare giocate alla Bankers Life Fieldhouse, in Indiana, sono segnate da un dominio piuttosto netto della squadra di casa che, guidata brillantemente da un Paul George in chiara versione Playoff, stravincono i confronti con Atlanta (+17 in G1 e +15 in G2), lasciando poche speranze agli Hawks. In Georgia, però, i Pacers subiscono un calo inaspettato e in G3 segnano appena 69 punti (!) contro i 90 di Al Horford e compagni. Si va, dunque, sul 2-1 che diventa 2-2 quando in gara 4 coach Vogel non riesce a trovare contromisure per arginare Josh Smith, autore di una doppia doppia da 29 e 11 rimbalzi. Con la serie in parità si ritorna in Indiana dove, ancora una volta, i Pacers confermano il fattore campo e vincono 83-106, non lasciando praticamente mai spazio di manovra agli ospiti. La serie si ritrasferisce ad Atlanta ed è proprio qui che gli Indiana Pacers riescono ad imporsi, facendo registrare la partita più bella ed efficace della serie: i 21 punti di Hill e West coincidono con una serata no di J-Smoove per i padroni di casa e con il punteggio di 81-73 i Pacers portano a casa partita e serie. Vince Indiana 4-2.
BROOKLYN NETS vs CHICAGO BULLS: senza mezzi termini, la serie più bella di questo primo round. Gara 1 fa assaggiare per la prima volta l’aria da PO al Barclays Center di Brooklyn e porta subito bene per i bianco-neri dei Nets che vincono agevolmente la prima sfida col punteggio di 89-106 (Williams 22, Boozer 25). Gli aggiustamenti tattici del coach dei Bulls, Thibodeau, cambiano l’atteggiamento in campo di Chicago che, a differenza della prima gara, giocano un primo tempo da urlo, costruendo un vantaggio di 12 lunghezze prima della penultima sirena di gioco. I punti vengono distribuiti sapientemente, con il miglior realizzatore in maglia rossa ad appena 15 punti. Dopo il colpaccio esterno dei Bulls e col punteggio sull’1-1 ci spostiamo in Illinois, nella WindyCity. Gara 3 è decisamente più equilibrata e si arriva in bilico agli ultimi possessi. La maggior parte del gioco si sviluppa sotto canestro, con Lopez e Garnett che fronteggiano come possono Noah e Boozer; ma è proprio l’ex centro dei Jazz che con una doppia doppia da 22 e 16 conduce alla vittoria i Bulls che, così facendo, ribaltano fattore campo e serie. Siamo sul 2-1 quando si gioca una delle partite più emozionanti della storia dei PO e, forse, con una prestazione singolare mai vista prima. Ci sono voluti 3 overtime per decretare il vincitore e l’asticella non si sarebbe mai indirizzata verso i Chicago Bulls senza Nate Robinson! Prestazione che demolisce anche il record di MJ con 34 punti a cavallo tra il quarto quarto e il primo overtime. In risposta, i Nets hanno avuto uno straordinario Joe Johnson capace di mettere a segno due canestri per forzare la partita al supplementare. La partita se l’aggiudicano i Bulls che restano lucidi nonostante i 63’ di gioco. Si vola a NYC nel più classico degli elimination game e i Nets non si fanno cogliere di sorpresa: nonostante dei Bulls ancora eccitati dalla scorsa vittoria, Brooklyn ha saputo portare a casa una partita fondamentale col punteggio di 91-110 con 28 punti di Brook Lopez. Ma le chance per chiudere la serie non sono finite. Ci rispostiamo a Chicago dove allo United Center i Bulls hanno la chance di eliminare i Nets. Qui entra in gioco il nostro Marco Belinelli che con 22 punti e 7 rimbalzi mette in seria difficoltà la difesa di Brooklyn. Nonostante le difficoltà difensive, in attacco i Nets sono una macchina e con 3 giocatori a quota 17 punti espugnano lo United Center e ribaltano ancora una volta il fattore campo. Si va a giocare GARA7 a NYC, in casa dei Nets! Partita di una bellezza rara che si conclude come meglio non potevamo sperare: 99-93 Bulls e Marco Belinelli MVP di serata con 24 punti! Una gara da incorniciare per il talento da San Giovanni in Persiceto che permette di vincere match e serie ai Bulls!
OKLAHOMA CITY THUNDER vs HOUSTON ROCKETS: tanto, ma tanto tanto equilibrio nella serie tra la prima forza e l’ottava della West Coast, a dimostrazione del fatto che a ovest regna davvero l’imprevedibilità. Esclusa gara 1, terminata con un netto +29 OKC, le altre gare si sono sempre decise nei possessi finali, iniziando da gara 2 vinta dai Thunder 102-105 (portandosi sul 2-0), passando per una gara 3 vinta da Oklahoma in trasferta con un KD da 41, arrivando fino a gara 4 dove il sussulto dei Rockets ha riportato in bilico la serie. Tornati in Oklahoma, però, le cose si son fatte più dure per i Thunder che hanno smarrito per un secondo la sicurezza, crollando in casa sotto i colpi dell’ex James Harden. Il passaggio del turno si è deciso ancora una volta in Texas dove gli uomini di coach Brooks si sono imposti 103-94, chiudendo la serie sul definitivo 4-2. Durant e Harden gli MVP, da una parte e dall’altra.
SAN ANTONIO SPURS vs LOS ANGELES LAKERS: se Kobe, un giorno, dovrà raccontare di una sua delusione particolarmente cocente, potrebbe citare questa serie contro degli Spurs infernali. L’unica ad ovest a completare lo sweep sono proprio i “soldati” di coach Popovich che non lasciano mai spazio ai Lakers, condannandoli ad un pesante 4-0. Un dominio nero-argento che lascia senza parole ogni tifoso purple-and-gold, abituato ad un altro atteggiamento nei PO. Gasol e Howard hanno dato il massimo ma a nulla è servito contro i veri Big Three di questa lega: Tim Duncan, Manu Ginobili e Tony Parker. Il -31 subito allo Staples avrà ripercussioni future?
DENVER NUGGETS vs GOLDEN STATE WARRIORS: Alessandro Mamoli avrebbe esordito con “Pausa Scenica” perché quando affrontiamo l’argomento Warriors, la giostra si ferma. Praticamente un miracolo, un miracolo sospinto da migliaia e migliaia di tifosi in maglia gialla che hanno reso infernale una Oracle Arena inespugnabile. Il passaggio alle semifinali di Golden State è l’unico per quanto riguarda il posizionamento in classifica, ovvero sia sono stati gli unici a saper ribaltare la situazione. Partivano sfavoriti ed invece hanno incantato tutti, a suon di triple, a suon di entusiasmo, a furia di aggrapparsi ad un uomo che, nonostante i guai fisici, porta avanti un ambiente super eccitato. Stiamo parlando ovviamente di Stephen Wardell Curry. Gara 1 viene vinta sulla sirena di un Andre Miller stratosferico (28). Gara2 viene però vinta a sorpresa dai Warriors che ribaltano subito il fattore campo grazie ad un trentello del numero 30 in giallo-blu. Sulla baia non ce n’è per nessuno e sono due vittorie non comode e non poco sudate per GSW. Si spartiscono le successive gare ed è ancora ad Oakland che si decidono i giochi, ancora una volta grazie ai 22 e 8 assist del figlio di Dell. Vincono i Warriors, 4-2!
LOS ANGELES CLIPPERS vs MEMPHIS GRIZZLIES: enigmatica e rapsodica la serie tra due squadre davvero ben equipaggiate. Le prime due si giocano allo Staples Center di Los Angeles, California, e vengono vinte dai padroni di casa che devono ringraziare CP3. In Tennessee, però, al FedEx Forum di Memphis si spegne la luce completamente per gli angeleni e Memphis demolisce i Clippers sia in gara 3 che in gara 4, dove gli rifila un passivo di 21 punti. Per gara 5 si ritorna nella città degli angeli ma un illegale Zach Randolph ispira il sorpasso e il ribaltone (3-2) con una partita da 25 e 11 rimbalzi. A nulla servono i 35 di Chris Paul. Nell’elimination game di Mmephis i Clippers gettano il cuore oltre l’ostacolo, Barnes registra il suo massimo in post-season (30 punti) ma Z-Bo e Conley sono troppo indemoniati in attacco per essere contenuti. Sciupa un’altra annata LA per poter puntare in alto. Ancora al primo turno si ferma la squadra di coch Rivers che dovrà rivedere qualcosa nei suoi piani. Vince Memphis 4-2.
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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