giu 13, 2011 Redazione Home Page, Sport 24, Sport USA 0
MIAMI - «Incredibile, ancora non ci credo». Queste le ultime parole che finiscono, però, sulle copertine di tutti i giornali e di tutti i siti internet non solo perché arrivate dall’Mvp delle Finali 2011, ma soprattutto perché quell’Mvp è Dirk Nowitzki, trascinatore assoluto dei Dallas Mavericks che vincendo a Miami gara6 hanno chiuso il conto. Tredici anni di attesa per arrivare a quell’agognato anello, cinque per liberarsi da quell’incubo datato 2006 e togliersi l’etichetta di perdente che in tanti gli avevano affibbiato durante la sua carriera. Gli è sempre mancato quell’ultimo passo: «E’ stato un lungo cammino ma alla fine siamo arrivati al traguardo. Ancora non ci credo». Parla di destino e fede, invece, Jason Terry: «Negli ultimi cinque anni abbiamo vissuto col pensiero e dormito con gli incubi di quella finale. Ora sarà tutto cancellato. Non abbiamo mai perso la fede nel raggiungimento dell’obiettivo finale ancor di più in noi stessi».
IL MATCH – Pronti via e Miami vuole subito dare la propria impronta alla partita. Dallas prova a far sfogare gli avversari con un Nowitzki da 1/4 al tiro e due falli a carico. Dall’altra parte James ha qualcosa da dimostrare e lo fa entrando subito in ritmo nella prima parte del primo quarto con 6 punti in fila. Poi si spegne. Carlisle mette Terry in campo ed i Mavs cambiano volto. L’esterno texano firma sette punti quasi consecutivamente all’interno del 4-19 che porta Dallas avanti al suono della prima sirena dopo essere anche stata sotto di 9. Nel secondo periodo succede di tutto. Dal blackout di Miami che viene messa in ginocchio da due triple in fila di Stevenson a quello altrettanto buio dei texani che staccano la spina per qualche giro di lancetta e permettono agli Heat di chiudere a metà secondo periodo un parziale di 11-0. Arriva anche l’ammucchiata con rissa sfiorata dopo un timeout chiamato, ed iniziata da Stevenson che spintona Haslem e finita da Chalmers che scatena il putiferio. Nowitzki continua a sparare a salve ma Dallas rimette la testa avanti con 10 punti in fila di Terry che chiude il primo tempo a quota 19. Il ‘fuoco’ di Nowitzki apre il terzo quarto. Dallas, Barea e Marion tengono sotto controllo match ed avversari che continuano a vedere una delle sue ‘SuperStar’ andare in giro per il campo senza combinare nulla di buono. Nella frazione finale il tema dominante rimane un Lebron inconcludente, mentre Wade prova a salvare la faccia. Dallas si affida al portoricano Barea e alla sua velocità. Ma nei momenti che scottano arrivano prima i centri di Wunderdirk e poi quelli degli altri due super veterani Kidd e Terry che chiudono la contesa.
HOT SPOT – Il titolo di Mvp è andato a Dirk Nowitzki, ma se avessero fatto una scelta di cuore in base a quanto visto nelle ultime due o tre partite, beh l’elezione di Jason Terry non sarebbe stata uno scandalo. Merito suo se Dallas ha vinto gara5, merito suo se è arrivata la rimonta in gara4 ed è stato anche merito suo se i texani hanno sbancato Miami e si sono laureati campioni Nba. Alla fine The Je-T ha fatto impazzire James in attacco chiudendo con 27 punti, 11/16 e 3/7 dalla lunga distanza. Al suo fianco Barea, lo ‘speedy Gonzalez’ del Portorico. L’uomo che ha messo ko i Lakers e i Thunder e l’uomo che dopo tante difficoltà nella prima parte della serie, è riuscito a trovare la parte finale di quelle corse: i punti. Quindici con cinque errori dal campo e una scheggia impazzita nella parte finale della serie. Dall’altra parte della barricata, citazione per Eddie House, senza il quale Miami avrebbe chiuso partite e serie già a metà secondo quarto; 9 punti e tre bombe micidiali che hanno dato ossigeno e speranza agli Heat.
NOT – Come neve al sole si è sciolto, ancora una volta Lebron James. La partenza dopo la pessima gara5 sembrava far presagire fuoco e fiamme ed invece dopo la scintilla fatta scoccare con i primi sei punti quella arrivata sull’ex Cleveland è stata una secchiata di acqua gelata. La tripla doppia di gara5, i 21 di gara6 non gli serviranno a cancellare un’altra estate infernale anche se al fianco dell’amico Wade (che a differenza di James è rimasto sul campo fin quando ha dovuto prima di rientrare negli spogliatoi dopo una partita non brillantissima da 6/16 al tiro e 17 punti). Di sicuro peggiore sarà stata la serata di Mike Bibby. Arrivato come unica pedina mancante a un mosaico vincente, nei playoff l’ex Sacramento si è spesso dimostrato l’anello debole della catena. La sua pessima difesa ha, infatti, costretto coach Spoelstra a non farlo entrare nemmeno per un minuto e a piazzare Chalmers come arma tattica su Barea. Una bocciatura non indifferente per un altro giocatore accorso alla chiamata di Lebron e Wade e che invece si è ritrovato a mani vuote. Dietro la lavagna anche Spoelstra, che non ha messo tiratori a fianco di Wade e James nel momento in cui Dallas ha riempito l’area per evitare facili canestri. Una decisione che poteva anche cambiare l’inerzia del match.
Miami Heat-Dallas Mavericks 95-105
Miami Heat: Wade 17, James 21, Chalmers 18
Dallas Mavericks: Nowitzki 21, Terry 27, Barea 15.
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