mar 27, 2014 Alessandro Pagano Sport 24, Sport USA 0
Roma. Indianapolis, Indiana. Bankers Life Fieldhouse, la casa dei Pacers che stanotte ospitano i Miami Heat. Lo spettacolo più bello che la Eastern Conference può offrire. Il momento clou della stagione regolare delle due squadre, quello per assicurarsi il vantaggio del fattore campo, non indifferente se guardiamo le ultime serie di Finali. Un traguardo ben preciso da raggiungere e la strada per esso è tortuosa, sia per l’una che per l’altra squadra. Insomma, non proprio il vostro solito 72esimo di regular season. Questa è Indiana-Miami, lo scontro tra due squadre che si odiano e che faranno di tutto per portare a casa una vittoria che per Indiana significherebbe il titolo di Central Division e per Miami, anche in caso di sconfitta, con sconfitta anche degli Wizards, il titolo di SouthEast Division. Si accendono i riflettori sul parquet, ma prima ancora di arrivare sul parquet, già i sediolini delle tribune dell’arena (vedi foto) citano ormai una frase che riecheggia da 2 anni all’interno dell’ambiente Pacers: BEAT HTE HEAT. George vs LeBron, Stephenson vs Wade ma anche un attesissimo Oden vs Hibbert, sfida che, dopo anni, si ripropone come ai tempi dell’high school, quando Roy militava nelle file di Georgetown e Greg, promessa assoluta del basket universitario, tra quelle di Ohio State. Miami arriva a questa gara con una grave assenza, visto il periodo che stava vivendo. Ray Allen, per via di un’infiammazione intestinale, non potrà essere della partita. Indiana, invece, non dispone ancora di Bynum, ancora fuori per motivi fisici e molto più probabilmente per motivi disciplinari. Con o senza assenze, la partita comincia nel totale boato di un palazzo caldissimo. La scelta di Oden nello startin five non giova inizialmente a Hibbert che comincia bene fin da subito, facendo valere i centimetri in più che ha a disposizione rispetto ai lunghi Heat. Un primo quarto da 13 punti con tanto di presenza intimidatoria sotto le plance. Un Hibbert che, in queste condizioni, a Indiana non vedevano da ormai troppo tempo. A 2:50 dalla fine del primo quarto il vantaggio Pacers è già vicino alla doppia cifra. Nel secondo quarto Miami si aggrappa ai suoi campioni: James sulla linea di fotto batte George, scivola ma da terra riesce a scaricare al miglior tiratore da 3 della squadra, Chris Bosh, che con la tripla messa a bersaglio fissa il punteggio sul 39-40. Dopo l’assist, LeBron prova a mettersi in proprio e realizza il suo 19esimo e 20esimo punto in penetrazione. Miami mette il naso avanti prima di andare negli spogliatoi e il tabellone della Bankers Life Fieldhouse dice 45-44 Heat. Gli animi a inizio ripresa cominciano a riscaldarsi e chi se non Stephenson e Chalmers per iniziare a inscenare una serie di contatti al di là del regolamento o semplicemente dei face-to-face censurabili?! Wade separa i due che prendono, giustamente, un tecnico cadauno. Si ritorna a giocare e ritorna a farlo anche un giocatore che è forse la perfetta immagine della crisi di Indiana: Paul George. Numeri in netto calo negli ultimi due mesi ma stasera è una partita che fa storia a se. La sua tripla dall’angolo mette i Pacers nella condizione di poter riscappar via sul +6 a 3’ dalla fine del terzo periodo. La risposta, però, non tarda ad arrivare: LeBron, finte e rifinte per creare spazio, per poi sparare da 3 e sentire solo la retina che si muove. Scontro in stile Playoff dello scorso anno, con il famoso “Five” dopo uno scambio di giocate spettacolari.
Prima di quel bel gesto fra i due, c’era stata una schiacciata incredibile di George sulla testa di Birdman e perché non replicare esattamente tutto? PG si fa consegnare la palla, coast-to-coast e stavolta la schiacciata arriva sulla testa del Re, LeBron James. Non da top10, da primo posto nella top10. A inizio quarto quarto, James è chiamato a rispondere e nel tentativo di andare dentro, colpisce Hibbert col gomito destro in pieno volto. Scontro involontario che viene sanzionato giustamente come fallo in attacco e Hibbert, alzato da Hill e George, continua a barcollare. Le sue condizioni preoccupano e viene accompagnato negli spogliatoi per i dovuti controlli. Fortunatamente per Indiana, solo la botta lo aveva stordito, nessun danno serio e il centro Pacers può tornare sul terreno di gioco. Intanto Stephenson ristabilisce 4 punti di distanza tra le due squadre e lo fa con la solita zingarata in penetrazione. Ma da Born Ready ci si può e ci si deve aspettare di tutto: Wade lo fissa, Stephenson lo guarda e gli dice qualcosa, D-Wade sorride ironicamente ma la terna arbitrale decide per il tecnico ed è il secondo. Stephenson è quindi costretto ad abbandonare la partita a 5’ esatti dalla fine. Il pareggio a quota 76 arriva dal neo rientrato LeBron James con un tiro dalla lunga distanza pazzesco che rimette in gara anche mentalmente i suoi compagni. Siamo nel momento dell’ondata Heat e LeBron pesca il taglio dal lato debole di Wade, perso totalemente da Turner e Mr. Three va a schiacciare con tanto di fallo. 79-76 Heat a 3:54 dalla sirena. Turner deve farsi obbligatoriamente personare e lo fa nel migliore dei modi, battendo Chalmers col giro dorsale e concludendo il tutto appoggiando la palla al vetro. Nuovo vantaggio Indiana con 1:30 da giocare. Altro finale palpitante per gli Heat, dopo quello con Portland. La difesa di Miami diventa più aggressiva, sporca un passaggio e concede solo 6 secondi a Indiana per costruire un tiro. Rimette Turner, la palla va nelle mani di West che finta l’hand-off e da 3 si inventa un canestro che vale il +4 a 50.2 dalla fine. Gli Heat si affidano ai due giocatori dei momenti finali, ossia James e Bosh che infatti combinano e CB1 realizza la tripla del -1 a 2.9’’. Fallo sistematico su Hill che nel silenzio più totale fa 0/2 regalando di fatto a Miami la chance di poter vincere la partita. TimeOut Spoelstra per organizzare un buon gioco: rimette Lewis, che si affida a James che saggiamente mette nelle mani di un più libero Bosh che, forse, si allarga troppo e il suo long two va cortissimo. È Game, Set & Match. Indiana conquista la vittoria, il primo posto (vantaggio di 3 gare su Miami) e il titolo della propria Division. Tutto nella stessa sera. Miami può uscire comunque a testa alta ma deve rivedere dei dati che lasciano perplessi e non poco: 19 (!) palle perse totali di cui 7 solo nell’ultimo quarto. Nelle ultime 13 gare, Miami ha portato a casa ben 8 volte il referto giallo. In partite come queste, la percentuale ai liberi è fondamentale e mentre Indiana vanta un più che onesto 81% (17/21), Miami è al 72.4% (21/29). Piccoli dettagli che, però, rendono grande una squadra. Non basta un James da 38 punti (11/19 dal campo, 2/6 da 3 e 14/15 ai liberi). Buona la prova anche di PG24 con 23 punti e un discreto 8/19 dal campo.
MIAMI HEAT (48-22): James 38, Bosh 8, Oden 2, Wade 15, Chalmers 5, Cole 5, Andersen 3, Lewis 5, Douglas, Haslem 2.
INDIANA PACERS (52-20): George 23, West 13, Hibbert 21, Stepehenson 15, Hill 2, Turner 8, Scola, Sloan, Mahinmi 2.
happy wheelsNato a Pompei il 3/4/1993. Studente del corso di Scienze e Tecnologie della Comunicazione presso La Sapienza di Roma, Redattore NBA per partenopress.com e My-Basket.it; giocatore e amante della palla a spicchi da sempre. MORE THAN A GAME.
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