mag 16, 2014 Salvatore Malfitano Home Page, Sport 24, Sport USA 0
La chiosa è sempre quella dell’MVP e Durant non si è astenuto dal compito. Finisce, proprio a domicilio, la favola dei Clippers, che tutto sommato possono essere soddisfatti della stagione fatta, a tratti davvero entusiasmante. Si completa il quadro delle finali di conference, dunque, esattamente uguali a quelle dell’anno scorso.
OKLAHOMA CITY THUNDER
TOP – KEVIN DURANT
Davvero pazzesco. Responsabile, maturo, affidabile, con quelle mani fatate e quelle braccia chilometriche. Ne ha fatte vedere di tutti i colori in cinque gare su sei alla difesa californiana. Le parole dello stesso Rivers sono esplicative di quanto appena detto: “Sapete perché ho detto che la serie è stata decisa dall’arbitraggio pessimo di gara-5? Perché Durant non tira male due sere di fila”. E ci aveva visto bene, come al solito, il nostro Doc. Stanotte KD si è limitato a metterne 39, trascinando i suoi in finale contro l’avversario peggiore. Una sfida che, ovviamente, dipende quasi esclusivamente dall’MVP e dalla sua voglia di andarsi a prendere il primo anello.
FLOP – KENDRICK PERKINS
Da secoli ormai ha più detrattori che sostenitori e nessuno si spiega perchè Brooks continui a ritenerlo importante negli equilibri di questa squadra. Diciamo che questa serie non può essere usata a sua difesa. Nelle due fasi di gioco non è apparso al meglio: poco concreto in attacco, poco aggressivo in difesa. In gara-6 addirittura gli è stato preferito per 40′ Adams. Per sua fortuna, il suo dirimpettaio Jordan ha lasciato ampiamente a desiderare. E’ necessario che diventi più efficace se vuole ritagliarsi un posto da protagonista in questa squadra e non esserne solo da contorno. A maggior ragione che, in questo momento della stagione, non c’è posto per giocatori di contorno.
LOS ANGELES CLIPPERS
TOP – BLAKE GRIFFIN
In ballottaggio con Chris Paul, ma la spunta lui perché sulle spalle di CP3 pesa la gestione balorda della palla negli ultimi possessi di gara-5 ed è stato quello il punto di svolta all’intera serie. Una serie che Griffin ha giocato da solutore offensivo, creando molti problemi a un difensore come Ibaka, che per fermarlo è dovuto ricorrere (nuovamente) anche a gesti antisportivi. Blake non si è fatto smontare, caricando a testa bassa ogni qualvolta ne fosse stato necessario, e riuscendo quasi sempre a trovare il canestro anche con tiri presi dal mid-range; va in lunetta con molta frequenza ed è un ottimo tiratori di liberi. Insomma, è lui la base su cui i Clippers devono costruire per arrivare a combattere per l’anello.
FLOP – DEANDRE JORDAN
Caro DeAndre, stavolta a marcarti non c’era né David Lee né Jermaine O’Neal. E la differenza, purtroppo, si è vista tutta. Molto più che spaesato è apparso anche quando si trattava di giocare in post, che dovrebbe essere il pane quotidiano dei centri di ruolo come lo è lui. Perkins è un discreto difensore, ma l’atletismo di DeAndre avrebbe dovuto creare miss-match ogni qualvolta si trovasse con la palla in mano. E invece più di qualche schiacciata in alley-oop e tiri liberi azzeccati meno della metà, il bilancio rimane negativo e questo non gli giova: ha uno stipendio molto pesante (11 milioni) e se a LA trovassero il modo di liberarsene…
Nato a Napoli, il 23/6/1994. Ex calciatore, attualmente redattore NBA per partenopress.com e basketinside.com; inviato sul Napoli per Il Roma. Studente di giurisprudenza all'Università Federico II di Napoli.
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