giu 02, 2013 Luigi Liberti Vaticano 0
Roma. In alcune nazioni è notte, in altre albeggia, ma in tutte si prega con il Pontefice. Lui, entrato portando la ferula utilizzata da Benedetto XVI e indossando sulle spalle il piviale previsto dal rito, ha assistito in silenzio mentre la celebrazione per il Corpus Domini si è trasformata in un evento mediatico senza precedenti nella storia della Chiesa: milioni di persone sono rimaste collegate in diretta streaming o televisiva con la Basilica di San Pietro a Roma. Ed è così che la più statica tra le cerimonie liturgiche – l’adorazione eucaristica – è diventata così un evento mediatico senza precedenti nella storia della Chiesa.
L’ANNO DELLA FEDE - L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione, aveva pensato ad un modo per solennizzare la festività del Corpus domini nell’ambito dell’anno della fede. Ed è nata così l’idea di un appuntamento che richiamasse all’unità dei cattolici attorno al mistero eucaristico. Il via libera era arrivato già da papa Benedetto, ma Bergoglio non ha esitato a sottoscrivere l’iniziativa. I cattolici di tutto il mondo per un’ora hanno concentrato gli sguardi sull’altare, condividendo lo schema di celebrazione con l’alternanza di lunghe fasi di silenzio, canti e preghiere accompagnate in San Pietro dal sottofondo di musica d’arpa. Anche se poi ogni comunità locale ha avuto facoltà di inserire simboli e intenzioni proprie.
IN TUTTO IL MONDO - Le diocesi si sono ritrovate nelle cattedrali, ma anche le singole parrocchie e le comunità religiose si sono organizzate. Monsignor Fisichella ha sottolineato con soddisfazione che adesioni sono arrivate dagli Stati in cui i cattolici sono in forte minoranza o da contesti geografici nei quali è stato difficile persino approntare illuminazione elettrica e protezione climatica per i fedeli, come nella foresta amazzonica o nelle isole del Pacifico, dove tra l’altro, a causa del fuso orario, l’adorazione è iniziata quando erano già le prime ore di lunedì. Alla fine, per tutti, la benedizione di papa Francesco. Ma da parte del pontefice non è stata prevista omelia. Il senso della giornata lo aveva anticipato nel corso dell’Angelus, che lo ha visto agganciarsi all’omelia di giovedì scorso, quando, prima della processione per le strade di Roma, aveva sottolineato un richiamo alla solidarietà.
GUERRE FOLLI - Dal pontefice, che in mattinata aveva celebrato messa alla presenza di alcuni militari e dei parenti di alcuni caduti nelle missioni di pace, sono arrivate anche parole di netta condanna alle guerre che, ha detto, “sono sempre una follia”, il “suicidio dell’umanità”, come ha detto anche nella cappella della Casa Santa Marta. Rievocando, a margine della preghiera mariana di mezzogiorno il radiomessaggio di Pio XII a ridosso del secondo conflitto mondiale, Francesco ha ripetuto: “Tutto si perde con la guerra. Tutto si guadagna con la pace”. E ha chiesto alla piazza una preghiera silenziosa per i caduti e i loro familiari. Un pensiero lo ha rivolto anche al conflitto siriano, con un appello in favore dei sequestrati, tra i quali figurano due vescovi e il giornalista Domenico Quirico.
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