mar 09, 2018 Francesco Mazzarella Home Page, Vaticano 0
La scorsa settimana Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che riconosce il miracolo ottenuto grazie all’intercessione del beato Papa Paolo VI. Tale atto ufficiale, è in pratica l’ultimo e definitivo passo verso la canonizzazione di Giovanni Battista Montini.
Sicuramente è un Segno che proprio Papa Paolo VI sia stato l’autore dell’Enciclica Humanae Vitae con la quale la Chiesa ha ribadito l’assoluta intangibilità della vita umana e l’intrinseca ed inscindibile unione che sussiste tra l’atto unitivo tra i coniugi e la possibilità procreativa dello stesso.
Come affermato nell’Enciclica promulgata dal futuro santo, “Richiamando gli uomini all’osservanza delle norme della legge naturale, interpretata dalla sua costante dottrina, la Chiesa insegna che qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita. [...] In conformità con questi principi fondamentali della visione umana e cristiana sul matrimonio, dobbiamo ancora una volta dichiarare che è assolutamente da escludere, come via lecita per la regolazione delle nascite, l’interruzione diretta del processo generativo già iniziato, e soprattutto l’aborto diretto, anche se procurato per ragioni terapeutiche”.
Insomma, con il riconoscimento del miracolo attribuito a Papa Paolo VI vi è una ulteriore conferma del Magistero ecclesiale, proprio in un’epoca dove, se da un lato la banalizzazione della vita umana è foriera di drammatiche scelte legislative, dall’altro si corre il rischio di “piegare” la dottrina Cristiana al servizio di una pastorale dell’accoglienza a tutti i costi.
In un’epoca in cui si sorvola sulla gravità della barbara pratica dell’utero in affitto, dove si consente allo Stato di decidere quando una vita sia o meno degna di essere vissuta, nel tempo in cui su diversi paesi europei si estende l’ombra nefasta dell’eutanasia infantile, la canonizzazione di Papa Paolo VI si pone come una luce di speranza a difesa della dignità della vita, soprattutto quella nascente. Infatti, il miracolo che ne ha visto la canonizzazione riguarda la guarigione inspiegabile, dal punto di vista scientifico, di una bambina la cui madre era al quinto mese di gravidanza e che, secondo i medici, non aveva nessuna possibilità di portare a compimento la gravidanza, a causa della rottura prematura della placenta e della relativa mancanza del liquido amniotico, nascita avvenuta solamente grazie alle preghiere di intercessione rivolte dalla madre a Montini.
Come auspicato dal postulatore della causa di canonizzazione, il redentorista napoletano Antonio Marrazzo, il futuro San Paolo VI potrebbe ricevere da papa Francesco il titolo di “patrono della vita nascente”, a conferma degli inequivocabili segnali divini attestanti la sua Santità di vita ed opere tutte rivolte a difesa della dignità della vita umana, senza pericolosi riduzionismi.
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